Semaglutide una volta alla settimana in aggiunta alla terapia con inibitori SGLT-2 nel diabete di tipo 2: studio SUSTAIN 9
Semaglutide ( Ozempic ) è un analogo del peptide-1 simil-glucagone ( GLP-1 ) settimanale per il diabete mellito di tipo 2.
Pochi studi clinici hanno riportato l'uso concomitante di agonisti del recettore di GLP-1 con inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT-2 ). Sono state studiate l'efficacia e la sicurezza di Semaglutide aggiunto alla terapia con inibitori SGLT-2 in pazienti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato.
Lo studio in doppio cieco, a gruppi paralleli, SUSTAIN 9, è stato condotto in 61 centri in sei paesi ( Austria, Canada, Giappone, Norvegia, Russia e Stati Uniti ).
Adulti con diabete di tipo 2 ed emoglobina glicata ( HbA1c ) a livelli pari al 7.0-10.0% ( 53-86 mmol/mol ), nonostante almeno 90 giorni di trattamento con un inibitore SGLT-2, sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Semaglutide sottocutanea 1.0 mg oppure placebo abbinato una volta a settimana per 30 settimane, dopo un programma di incremento della dose di 4 settimane di Semaglutide oppure placebo di 0.25 mg e 4 settimane di Semaglutide o placebo di 0.5 mg.
I farmaci antidiabetici esistenti, incluso il trattamento con inibitori SGLT-2, sono stati somministrati per la durata della sperimentazione.
I farmaci di salvataggio, definiti come l'intensificazione del trattamento antidiabetico di base o l'inizio della somministrazione di nuovi farmaci per ridurre il glucosio, potevano essere somministrati ai pazienti che soddisfacevano criteri specifici a discrezione dello sperimentatore.
L'esito primario era il cambiamento di HbA1c dal basale alla settimana 30, valutato nel set di analisi completo, cioè in tutti i pazienti assegnati in modo casuale al trattamento, utilizzando i dati sul trattamento raccolti prima dell'inizio del trattamento di salvataggio.
L'esito secondario di conferma era rappresentato dal cambiamento del peso corporeo dal basale alla settimana 30.
La sicurezza è stata anche valutata nel set di analisi di sicurezza, cioè in tutti i pazienti che hanno ricevuto almeno una dose di trattamento.
Tra marzo e dicembre 2017, 302 pazienti sono stati arruolati e assegnati in modo casuale a ricevere Semaglutide 1.0 mg o placebo ( set completo di analisi ), di cui 301 hanno ricevuto almeno una dose di trattamento ( set di analisi di sicurezza ).
Un paziente è stato assegnato a Semaglutide ma non è stato trattato ( motivo sconosciuto ).
294 pazienti ( 97.4% ) hanno completato lo studio e 267 ( 88.4% ) hanno completato il trattamento.
Le caratteristiche di base erano generalmente comparabili tra i gruppi. Oltre ai farmaci randomizzati e all'inibitore SGLT-2, 216 pazienti ( 71.5% ) assumevano Metformina e 39 ( 12.9% ) assumevano una sulfonilurea.
I pazienti trattati con Semaglutide hanno presentato riduzioni maggiori di HbA1c ( differenza di trattamento stimata -1.42%; -15.55 mmol/mol ) e peso corporeo ( -3.81 kg ) rispetto a quelli randomizzati al placebo ( entrambi P minore di 0.0001 ).
356 eventi avversi sono stati segnalati da 104 pazienti ( 69.3% ) nel gruppo Semaglutide e 247 eventi avversi sono stati segnalati da 91 pazienti ( 60.3% ) nel gruppo placebo.
Gli eventi avversi gastrointestinali erano più comuni e sono stati riportati in 56 pazienti ( 37.3% ) nel gruppo Semaglutide e 20 ( 13.2% ) nel gruppo placebo.
Si sono verificati eventi avversi gravi in 7 pazienti ( 4.7% ) nel gruppo Semaglutide e 6 ( 4.0% ) nel gruppo placebo.
Sono stati segnalati eventi ipoglicemici gravi o confermati dalla glicemia in 4 pazienti in trattamento con Semaglutide ( 2.7% ).
16 pazienti hanno interrotto il trattamento precocemente a causa di un evento avverso, 13 dei quali erano nel gruppo Semaglutide.
Non ci sono stati decessi durante lo studio.
L'aggiunta di Semaglutide alla terapia con inibitori SGLT-2 ha migliorato significativamente il controllo glicemico e ha ridotto il peso corporeo nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato ed è generalmente ben tollerato. ( Xagena2019 )
Zinman B et al, Lancet Diabetes & Endocrinology 2019; 7: 356-367
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